Il piacere di vivere l’esperienza della Sei Giorni di Prova Scozzese

Aree molto buone!
Nel mio precedente post sullo scozzese ho commentato che si tratta di un evento unico al mondo, che vi consiglio di vivere occasionalmente, da pilota o da semplice spettatore. Bene, prima della fine dell’anno vorrei commentare la recente edizione 2015 in cui mi sono goduto da spettatore la 6 Giorni di Scozia, ma facciamo un passo alla volta.
Personalmente penso che girare per la Scozia, con la lingua, il cambio valuta, gli chevron, i chilometri e soprattutto guidare a sinistra, sia molto scomodo, ma le Highlands sono il cuore e il vero simbolo della Scozia, la sua parte più selvaggia, selvaggia e pittoresca, che ha saputo affascinarmi con la sua infinita bellezza.
Luoghi da cartolina, suoli di eroi leggendari, paesaggi grandiosi, montagne imponenti, foreste secolari che si lanciano nel mare, laghi d’acqua dolce che si confondono nei profondi fiordi dell’oceano, animali allo stato brado, valli solitarie e territori senza presenza umana che tolgono il fiato.

I borghi abitati sono pochissimi e ci si può ritrovare a guidare per ore in mezzo alla natura allo stato puro, circondati solo da pianure, laghi e pinete: un paesaggio indimenticabile che, per secoli, ha alimentato leggende e battaglie, un’ambientazione da favola che delizia gli amanti della fotografia (quasi 7.000 fotografie sono uscite dalla macchina fotografica di Mercè).
Le Highlands sono la cartolina che immagini della Scozia, una regione stimolante e meravigliosa per i suoi paesaggi e la sua storia. Immergersi nella sua natura selvaggia e ricaricare le batterie praticando le prove non è solo molto confortante per i trialisti in cerca di imprese e obiettivi da raggiungere, ma esplorare le sue numerose montagne, le sue imponenti isole e la costa che ti porterà sulla strada del whisky di malto non ha prezzo.
Detto questo, vorrei commentare l’esperienza che ho avuto nell’edizione 2015 a cui, per la prima volta, ha partecipato Asier Zurbano (compagno di mia figlia Marta).
Da buon trialer, il sogno di Asier era quello di partecipare, almeno una volta, alla mitica 6 Days of Trial Scotland (SSDT). Si è iscritto nel 2014 e non è stato accettato, al contrario del 2015.
Ha noleggiato una moto da John Lampkin (importatore di Beta UK) e per una settimana abbiamo viaggiato insieme (con mia figlia Marta e mia moglie Mercè) per 1.500 km. seguendo le loro avventure attraverso le mitiche aree scozzesi.
Tempo di prepararsi dopo una lunga giornata di gare
 
Ha formato una squadra molto buona ed equilibrata con Hug Alemany (era la sua seconda partecipazione alla SSDT) e Diego Urreta (con un’esperienza molto preziosa di 10 edizioni). Hanno ricevuto un premio per un team composto da 3 stranieri dello stesso club motociclistico (MOTOCAT), un premio che credo meritato perché in un modo o nell’altro loro sono stati responsabili di essere riusciti a finire la 6 Giorni. Insomma, un magnifico esempio di cameratismo.
Dei requisiti fisici e psicologici per affrontare la prova, della durezza della stessa e dei mille aneddoti che si susseguono in 6 giorni intensi, forse non sono la persona più appropriata per commentarla, ma vista dall’esterno, è stata una settimana eccezionale, grande e meravigliosa, godendo di ciò che più mi piace: La mia famiglia, il processo, gli amici e la natura nel suo stato vergine, non importa quante moto ci siano passate e che nel nostro paese molti non capiscono del tutto.
Non posso lamentarmi del tempo in quei giorni ma, come si dice nelle Highlands scozzesi, se non vi piace il tempo, aspettate 5 minuti che cambierà.
E infine, non posso concludere questo post senza menzionare un momento molto emozionante che ha avuto luogo in quei giorni. Si tratta di una questione personale che, per vari motivi, è strettamente legata al processo e che si è svolto a Fort William, durante la sfilata che precedeva la partenza della Sei Giorni di tutti i piloti partecipanti, quando Asier, arrivato nella zona dove ci trovavamo mia figlia Marta, Mercè ed io, fermò la moto e si inginocchiò davanti a mia figlia per proporle e regalarle un anello di fidanzamento.
Gli SSDT non avrebbero potuto iniziare in modo più speciale: la proposta di matrimonio di Asier a Marta nel bel mezzo della parata inaugurale
 
Mi viene ancora la pelle d’oca a ricordare la scena, con l’emozione di Marta e dei trialisti e degli spettatori che applaudono. C’è da dire che i due compagni di squadra, Hug e Diego, erano “in combutta” con lui e hanno collaborato alla “paralisi” della parata, incrociando le moto quando è arrivato il momento. In questo video potete vedere la scena al minuto 9:12:

David ha fornito i mezzi per canalizzare qualsiasi commento, ma se vuoi renderlo più personalizzato, mi troverai sempre a bonaigua@bonaigua-trial.com
Un sacco di zeri!
Victor Martin
“Bonaiguá”


 

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