Giudici di zona. Di Victor Bonaigua

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Spesso non viene data loro l’importanza che meritano e le loro performance sono a volte controverse, ma l’unica cosa certa è che senza il loro lavoro, nella maggior parte dei casi altruistico, gli eventi processuali oggi non esisterebbero.

Come in ogni sport agonistico, ci deve essere un arbitro, un controllo, un giudice di zona, persone che devono valutare le prestazioni dei piloti mentre attraversano le zone. Molte volte sono oggetto di critiche e di censura da parte di alcuni che essi (i giudici di zona) sicuramente ammirano.

Il trial si è evoluto, così come i piloti, forse è per questo che le prestazioni dei cosiddetti “controlli” si fanno ogni giorno più evidenti e si verificano situazioni conflittuali.

Qui non c’è ripetizione, non c’è moviola, non c’è rallentatore e se a questo aggiungiamo molte volte la mancanza di educazione dell’uno o dell’altro, la “festa” è servita.

Le gare di trial oggi non sono più un incontro tra amici, tutti i piloti vogliono vincere e per questo cercheranno di fare del loro meglio, ma se riusciranno anche a “truccare” il controllo in modo da non vedere quel piede o quell’appoggio che non avrebbero mai dovuto mettere, lo faranno anche loro.

Il lavoro del giudice di zona è davvero ingrato e ingrato e non tutti sono disposti a spendere l’alto numero di ore che dura il processo, a volte sopportando condizioni meteorologiche avverse.

Vestire i panni del giudice di zona può essere divertente, ma diventerà una “tortura” se dovrete subire i rimproveri di qualche pilota impertinente che, invece, potrebbe avere ragione.

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È difficile per un controllo che ha avuto qualche tipo di brutta esperienza come quelle sopra menzionate, ripetere la sua funzione. Il commento generale sarebbe…

“Trascorri la mattinata in montagna, mangiato male, ubriaco male, per non parlare di se piove, a volte smetti di gareggiare, tanto che per di più devo litigare con il pilota e a volte con il pubblico.

E’ vero che essendo un’azione altruistica, ai controlli (a volte) mancano le conoscenze necessarie sulle normative e su come rendere più dinamico il processo (sapendo evitare le temute code), ecco perché si cerca sempre che i giudici di zona siano persone legate al processo e se siano o siano stati piloti molto meglio. Tutto ciò rende la questione complicata e di solito ci sono problemi a trovare i controlli.

Ciò significa che più di una volta ci sono aree con un unico controllo, quindi è probabile che non sarai in grado di vederlo nella sua interezza, non sarai in grado di occuparti adeguatamente di tutte le attività che ti corrispondono… Vedere, mirare e marcare (*) rallenterà anche il test e il passaggio dei piloti successivi.

(*) La visione, la mira e la marcatura vengono eseguite in vari modi a seconda di ciò che l’organizzazione della prova organizza.


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vero che, come ogni sport di alto livello, i cavalieri dovrebbero essere giudicati da giudici di zona professionisti, lasciando i dilettanti per prove sociali, regionali o a lungo termine.

E’ anche vero che vi è una grande diversità di applicazioni del regolamento e non dovrebbe essere così. Il regolamento è quello che è, ma la sua applicazione deve essere applicata in modo rigoroso, ma flessibile nella sua esecuzione. Ti faccio un esempio:

Appoggiarsi ad un albero è un fallo (1 piede), ma sfiorarlo non è nulla e ci sono controlli che per il solo fatto di toccarlo, lo penalizzano già con un fallo.

La domanda sarebbe, in caso di discussione, chi ha ragione?

È difficile indovinare quale sia la posizione corretta, ma è chiaro che l’importante è comportarsi allo stesso modo con tutti, perché è anche vero che certi favoritismi possono essere la causa di posizioni di parte scorrette. La cosa più logica da fare sarebbe quella di applicare il rispetto reciproco tra giudici e piloti e cercare di garantire che la convivenza tra tutti sia assoluta. Il beneficiario non sarà altro che il processo in generale.

Il giudice di zona deve essere consapevole che:

.- Devi essere adeguatamente identificato in modo che i piloti possano riconoscerti facilmente.

Egli è la più alta autorità nell’area che gli è stata assegnata.

La loro missione all’interno della zona è quella di vedere, segnare e marcare i falli dei piloti.

Solo lui autorizzerà il pilota ad entrare nell’area, per mezzo di un fischietto.

– È necessario mantenere l’area “pulita” da altri piloti o spettatori.

Devi rimanere in zona fino a quando il “Marshall” che chiude la gara non ti dà il permesso di uscirne.

Ci sono prove in cui si fa di tutto, si scrive sul referto, si segna la tessera del pilota e si scrive anche sulle lavagne che si trovavano in zona.

Ci sono prove in cui viene segnata solo la carta senza scrivere il punteggio su un foglio separato. Questo rende la prova più dinamica, ma in caso di reclamo da parte del pilota, non si può consultare altro che la tessera, ammesso che la tessera sia valida.

 

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In Scozia, sia nei mitici sei giorni, sia nei due giorni del Pre’65, l’unico punteggio valido è quello scritto dal giudice di zona sul suo foglio dei punteggi e il pilota non ha la tessera. Questo rende la prova più dinamica e ci sono meno scontri tra giudice e pilota nella stessa area, ma il pilota non conosce mai (a meno che non lo scriva o lo memorizzi) il punteggio accumulato quindi il confronto a volte si sposta alla fine della prova tra il pilota e l’organizzazione.

Vorrei soffermarmi su un aspetto che riguarda i giudici di zona, le temute code.

Nelle code agli ingressi delle aree di prova, non si può sempre confidare nella buona volontà delle persone, perché ognuno è di padre e di madre e, soprattutto, non si può dire quale sia il comportamento giusto (o sì) perché ognuno la penserà in modo diverso. Ma proprio per questo è possibile (dovrebbe essere possibile) determinare un codice di condotta comune (insomma, di buone maniere) ed esercitarlo, e l’autorità per farlo dovrebbe essere il giudice di zona in questo caso, al fine di raggiungere l’armonia nella convivenza.

Giudice ZonTrialSi può discutere se l’assegnazione delle responsabilità sia opportuna o meno, o se sia meglio che il codice di condotta sia sviluppato organicamente dall’organizzazione o sia imposto dai regolamenti stessi, o che la società imponga già dei codici, ma la realtà è che in uno spazio comune si stabiliscono delle regole, in modo esplicito o implicito, ed è importante comunicarle educando le persone che ne sono colpite.

Il fatto che non ci sia una legge o un regolamento che imponga una sanzione pecuniaria non è una condizione perché non ci sia una regola: non vorrei (e non è possibile) che il giudice di zona possa emettere multe perché qualcuno si è intrufolato, ma credo sia importante far sapere che passare davanti a tanti automobilisti che aspettano è maleducato e una totale mancanza di educazione. Sarebbe responsabilità dell’organizzazione, e in questo caso del controllo di zona, applicare i sistemi di turni per inserirli in un certo ordine.

In breve: quello che voglio dire è che l’individualismo e l’egoismo sono nemici della convivenza, e che le libertà di una finiscono dove cominciano quelle dell’altra. E intrufolarsi in una coda a zona invece di aspettare il mio turno non è un dramma, è più una cosa sciocca e ci sono problemi più seri nelle prove di questo. La colpa è in parte delle organizzazioni, ma i miglioramenti nelle code non sono responsabilità esclusiva dei responsabili e dei controlli, ma anche dei piloti.

Con la cortesia sarebbe stato sicuramente risolto. Questo e molto altro è così semplice!

David ha fornito i mezzi per canalizzare qualsiasi commento, ma se vuoi renderlo più personalizzato, mi troverai sempre a bonaigua@bonaigua-trial.com

Un sacco di zeri!

Victor Martin

“Bonaiguá”

 

 

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