Potremmo pensare che una bici che gareggia per quasi cinque ore su diversi terreni outdoor, dove sono richieste velocità, grip, precisione e molte altre particolarità, dovrebbe essere molto diversa da una bici che gareggia in territorio X-Trial per un numero di minuti molto più basso (appena 30 minuti in tutto il pomeriggio).
LA PRIORITÀ, CONOSCENDO BENE LE LORO REAZIONI
La realtà è che i trialisti apprezzano di più avere una moto che conoscono a menadito. In altre parole, la priorità è conoscere le loro reazioni, quindi non ci sono aspetti che cambiano eccessivamente, ma ci sono piccole sfumature.
REAZIONI PIÙ ESPLOSIVE
Ad esempio, si cercano reazioni più estreme da parte della moto. Cioè, più velocità ed esplosività nel comportamento generale. Uno degli aspetti in cui si lavora meccanicamente è la frizione, dove troviamo un sistema più ruvido e diretto, poiché è meno importante farla slittare come accade all’aperto.
Le sospensioni sono regolate secondo le stesse linee. Stai cercando più velocità nel set, poiché i passi di zona sono molto più vicini l’uno all’altro e a volte il successo del fallimento finisce per essere determinato da pochi centimetri.
PESO REGOLAMENTARE DELLE BICI DA TRIAL DA COMPETIZIONE
In termini di peso, è lo stesso: 70 chili. I serbatoi sono solitamente a tre quarti della loro capacità massima.
Infine, variare leggermente la pressione dei pneumatici. Utilizzando un manometro di prova di precisione, 300 grammi vengono posizionati dietro, in quanto ci sono parecchie zone con spigoli e il fatto di andare più in basso potrebbe favorire le forature. Anteriore, invece, scende da 500 a 400 o 420 grammi per cercare più grip e supporto in aree in cui aspetti, come la vernice, possono giocare un brutto scherzo e fallire nell’aderenza.